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mercoledì 14 ottobre 2015

Storia di una passione insana.. per il rognone ;)



Eccomi qui,
piove piove piove e sembra che la settimana non preannunci altro che pioggia!
Però è giusto, direi che il tempo ci ha graziato fino ad ad ora regalandoci una bella estate ed un tiepido autunno.
Automaticamente, essendo io fortemente meteoropatica, il tempo uggioso mi fa riversare in cucina tutto quello che per me è confortevole, alla ricerca di piatti che mi soddisfino e che mi regalino un abbraccio.
Per cui ho deciso che era veramente da troppo tempo che non cucinavo il rognone.
E' un piatto che ho scoperto in "tarda" età, da bimba già facevano fatica a farmi mangiare il fegato, figuriamoci se mi avvicinavo ad un rene! Invece, con l'età della ragione, quando ormai certi tabù erano crollati ed ho imparato ad assaggiare tutto, mi sono scoperta un adoratrice di questo piatto, giuro!
La prima volta me l'ha cucinato Giovanni su ricetta di sua mamma ed è stato un colpo di fulmine, da li ho "rubato" la ricetta e ogni tanto me lo regalo!
Come sempre l'importante è la materia prima (in questo caso più di tutti) perché ricordiamoci che il rognone è il rene dell'animale (in questo caso vitello, lo preferisco al manzo) per cui un filtro e bisogna assicurarsi di saperne la provenienza, io dal canto mio ho ormai il mio macellaio di fiducia, così sono tranquilla!

La ricetta che vi lascio oggi è quella "originale" della Signora Carola che ha variato la versione più classica del rognone trifolato con una cottura più lunga e lenta che decisamente trovo più gustosa!

Nel caso specifico ho voluto fare un azzardo, ed inserire a fine cottura dei finferli che ho trifolato a parte in precedenza, devo dire che l'abbinamento che ne è derivato mi ha soddisfatta, l'unica pecca è stata che il fungo ha asciugato un po' la parte liquida del piatto, facendomi perdere quel leggero intingolo che normalmente rimane e che mi piace tantissimo!
Ritenterò.. ;)

Ora via alla ricetta!

Rognoncino di vitello "trifolato"




Ingredienti:

3hg   Rognone di vitello pulito
50g   Pancetta
3       Rametti rosmarino
3       Rametti timo
3       Foglie di salvia
3       Manciate di prezzemolo fresco
1       Bicchiere colmo di vino bianco per sfumare
qb     Vino bianco per la marinatura
1       Cucchiaio da minestra di concentrato di pomodoro




Per prima cosa dopo aver pulito dalle parti bianche il rognone ed averlo affettato ad un altezza di circa 3mm (se siete fortunati ve lo preparerà direttamente il macellaio!) ed averlo sciacquato sotto l'acqua corrente, mettetelo in una fondina e copritelo a filo con del vino bianco, (meglio se secco e con una buona alcolicità), coprite e tenete in frigo per una notte se potete, comunque non meno di 2ore.
Trascorso il tempo della marinatura preparate un battuto con la pancetta, rosmarino timo e salvia.
In un tegame mettete una noce di burro e rosolate il battuto preparato, appena inizia a sciogliersi aggiungete il rognone scolato dalla sua marinatura e leggermente asciugato con della carta da cucina, fate rosolare a fuoco medio per qualche minuto poi sfumate con il vino, abbassate al minimo il fuoco, stemperate nell'intingolo il cucchiaio di concentrato di pomodoro, coprite e fate cuocere per circa mezzora. Ogni tanto aprite e controllate che non stia asciugando troppo (nel caso aggiungete un poco di brodo leggero) e tenete mescolato. Dopo una decina di minuti aggiungete il prezzemolo.
Poco prima di fine cottura, aggiungere una presa di sale, un giro di pepe macinato al momento.
Spegnete e servite accompagnandolo con della polenta o come nel mio caso con delle quenelle di patate.

NB con il prezzemolo potete pure abbondare, si sposa veramente bene con il rognone!

Langhe Nebbiolo di Sottimano

E ovviamente non poteva mancare il vino!
La scelta è caduta quasi inevitabilmente (visto il piatto!) su di un nebbiolo, piemontese, per la precisione un langhe della zona di Neive dell'Azienda Agricola Sottimano e devo dire che ci è particolarmente piaciuto!
 QUI potete trovare la scheda tecnica.

Cin
LaLori



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